1. Stomaco vuoto
Si pratica a stomaco vuoto, per cui è meglio aspettare almeno 3 o 4 ore dopo il pasto. E’ consigliato non bere durante e subito dopo la pratica. Si possono bere acqua o tisane in piccole quantità prima della pratica. Il mangiare troppo cibo è un ostacolo per una corretta pratica degli asana e del pranayama.
2. Svuotare vescica ed intestino
Ricordati che è meglio praticare con l’intestino e la vescica vuoti. E’ meglio non bere prima e durante la pratica.
3. Abbigliamento comodo
L’abbigliamento deve essere comodo ed elastico. Non indossare calzini durante la pratica, ma può essere utile indossarli durante Savasana (postura finale). Non fare subito la doccia dopo la pratica.
4. Non asciugare il sudore
Massaggiate il sudore sul corpo, invece di usare l’asciugamano. Sudare è un aspetto importante della pratica.
5. Giorni di riposo dalla pratica
Se si pratica tutti i giorni, è bene lasciare un giorno alla settimana di riposo. Tradizionalmente è il Sabato. Per le donne durante il ciclo mestruale, è consigliato evitare le posture invertite.
6. La respirazione Ujjay
Ujjay è il tipo di respirazione usata durante tutta la pratica, a parte nella postura finale Savasana. Durante questa respirazione tieni la gola rilassata ed aperta, producendo una leggera chiusura della glottide; respirando in questo modo si produce un suono che assomiglia al rumore del mare; la qualità del respiro della respirazione Ujjay deve essere dolce, profonda e forte. La consapevolezza del respiro è la base di una corretta pratica degli asana. Si respira solo con il naso, in nessun caso si respira con la bocca. Respirare profondamente è fondamentale in questa pratica.
7. Drishti
Drishti è la direzione dello sguardo durante la pratica. Ad ogni postura corrisponde un punto verso cui dirigere lo sguardo. In ogni postura e durante il Vinyasa, ovvero il movimento con cui passi da una postura all’altra c’è uno specifico punto dove guardare. Spesso lo sguardo è sulla punta del naso, tra le sopracciglia, all’ombelico, alle punta delle dita, ai piedi, davanti o di lato. Dopo qualche anno di pratica, lo sguardo dona equilibrio ed ha un effetto rilassante sul corpo e la mente; in ogni caso all’inizio l’approccio con l’uso dello sguardo durante la pratica deve essere graduale per evitare l’insorgere di mal di testa.
8. Bandhas
La base della pratica degli asana sono i bandhas (Blocchi): Mulabandha e Uddyanabandha. Mulabandha è la contrazione dell’ano che implica la contrazione del centro del perineo e i genitali. Uddyanabandha è la contrazione addominale verso la spina dorsale, che si produce spingendo la radice dell’ombelico verso i reni; esso evita la caduta degli organi addominali verso il basso e permette una piena espansione del diaframma.
9. Vinyasa
Vinyasa è un elemento essenziale della pratica degli Asana nell’Ashtanga. Vinyasa significa movimento sincronizzato con il respiro. Il respiro è il centro di questa disciplina e collega un asana all’altro in un ordine preciso. Ogni postura o gruppo di posture ha un particolare effetto che può essere bilanciato o equilibrato da un’altra postura o gruppo di posture. Ciò è essenziale per accumulare gli effetti benefici degli asana e per proteggere ed equilibrare il corpo. Se si usa il Vinyasa i malanni saranno rari e si avrà un progresso nella pratica molto veloce.
10. Savasana
Il rilassamento finale, Savasana, è molto importante ed è un’opportunità per entrare in uno stato meditativo. Non rilassandosi, si potrebbe essere affaticati ed irritabili.